Iniziativa “Un vaccino per noi”: grazie a tutti!

Cuamm Sud Sudan
Grazie alla generosità della comunità di Mogliano sono stati donati al CUAMM a favore dell’iniziativa 10 mila euro. Grazie a tutti!

Medici con l’Africa Cuamm è la prima Ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane.

L’organizzazione è attiva oggi in 8 paesi dell’Africa sub-sahariana (Angola, Etiopia, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sud Sudan, Tanzania e Uganda) con progetti di assistenza sanitaria a lungo termine, in un’ottica di inclusione sociale: negli ospedali, nei piccoli centri di salute, nei villaggi, nelle università, il Cuamm opera con l’Africa, per lavorare, costruire, crescere insieme alla sua gente.

In questo tempo di pandemia l’intervento di Medici con l’Africa Cuamm è ancora più importante per i servizi sanitari locali che erano già fragili prima della pandemia, e ora rischiano di crollare.

Per questo la Caritas di Collaborazione ha appoggiato e promosso l’iniziativa UN VACCINO PER NOI che ha l’obiettivo di rafforzare il piano vaccinale anti Covid in Africa tramite la vaccinazione degli operatori sanitari: si tratta di medici, infermieri, ostetriche, operatori di supporto, sono loro il cuore attorno cui ruota tutto il sistema sanitario di un paese e vanno quindi tutelati affinchè continuino a garantire tutti i servizi sanitari essenziali alle comunità ove operano.

Alcuni amici volontari del CUAMM e lo stesso presidente don Dante Carraro, durante il mese di maggio hanno partecipato ad alcune messe della nostra comunità per raccontarci cosa significa essere operatori in Africa e dell’importante ruolo del CUAM, e per promuovere l’iniziativa “UN VACCINO PER NOI”.

Grazie alla generosità della comunità di Mogliano sono stati donati al CUAMM a favore dell’iniziativa 10 mila euro. GRAZIE A TUTTI!

 

Questo ha creato molta risonanza nella comunità, ecco alcune testimonianze:

Devo confessarti che mi sono recata a messa con un particolare desiderio di conoscere questo sconosciuto celebrante che come tu già sai, ritengo che ogni tanto questi sacerdoti che portano idee, esperienze e testimonianze nuove siano provvidenziali per non rimanere nell’apatia della pratica religiosa.

Non conoscevo il CUAMM, ora grazie a don Dante sono venuto a conoscenza di una realtà molto importante e particolarmente benemerita, vuol dire che c’è veramente una chiesa in uscita e molto attiva!!!! rivolta agli ultimi, ai più bisognosi e non di “facciata”.

Mi ha coinvolto positivamente sia per la sua forza, ma soprattutto per la gioia che gli traspariva quando parlava della fede, dell’essere autentici, “veri” cristiani. Mi ha fatto riflettere quando citando Marx… religione oppio dei popoli, ha detto: “oppio?” Il vero cristiano è esplosivo, gioioso altro che addormentato! E poi anche la sottolineatura che ha fatto quando ha detto che nella nostra fede c’è poca convinzione, anzi ci crediamo pochissimo e per questo restiamo nella nostra routine, nell’ indifferenza convinti che nel nostro “piccolo” non ci sia più niente da fare o peggio ancora darsi per vinti.

Posso dire di aver ricevuto un forte stimolo, un incoraggiamento ad essere aperto alle necessità del prossimo e soprattutto di NON LAMENTARCI MAI… se solo pensassimo ai milioni di persone che, non per colpa loro, non hanno i beni necessari per la sopravvivenza…..mi fermo qui.

Ancora grazie, ciao!


Stamattina ho assistito alla celebrazione presieduta da Don Dante Carraro e devo ammettere che sono rimasta colpita non solo dalle sue parole cariche di speranza e misericordia, ma dal modo e l’entusiasmo con cui cerca di trasmettere la sua testimonianza di fede!

Un lavoro il suo, a stretto contatto con la difficile realtà dei paesi più poveri e nelle costanti fatiche della professione medica in situazioni di estrema precarietà…

Ho percepito nel mio cuore che il Signore chiama sempre, chiama chiunque, chiama ovunque, ma soprattutto chiama perché ognuno di noi è “insostituibile”!

Quello che posso fare io e come lo posso fare non è cosa che il Signore si aspetta che io deleghi ad altri…per questo ognuno di noi è prezioso ai suoi occhi!

Ringrazio il Signore per questi “doni” che possiamo condividere nelle nostre comunità parrocchiali e che impreziosiscono e rinvigoriscono il nostro operato comune!


Io addirittura mi sono commosso perché con parole semplici ci ha spiegato che la fede in Dio e nel suo amore ci fa fare cose grandi. Se vogliamo spiegare ai giovani la fede in Dio lo possiamo fare con gli autentici esempi di vita che abbiamo ascoltato stamattina, dando un senso significativo alla nostra vita in questo mondo.


Parole che non potevano lasciarmi indifferente quando ha sottolineato qual’è il cuore del loro stare in Africa: la parola “con”.

Con e non per l’Africa, perchè nel “io sono qui per te”, è come dire che io mi accosto a te, ma io sono capace e tu no, io ho le risorse e tu no, io ho le competenze e tu no…

Il “con” parla di cooperazione e responsabilità condivisa: si soffre e si piange insieme, si affronta povertà e insicurezza insieme, si impara e si costruisce insieme. Un con vitale che vuol dire soprattutto formazione sanitaria reciproca ed investimenti sulle risorse locali per assicurare accesso e assistenza alle cure di base.

Un con che genera fiducia e speranza soprattutto tra i giovani africani che chiedono di coltivare il diritto per crescere e dare il loro contributo. Un con che ha nel cuore il futuro dell’Africa.

Uno stare con, che certo non poteva non interrogarmi sul mio essere volontaria, su quanto la differenza tra il “con e il per” segna e accompagna il mio accostarmi agli altri.

Una differenza che può far apparire i miei gesti o le mie parole come un qualcosa calato dall’alto; una differenza che rischia di far scivolare anche le nostre proposte o attività Caritas in una forma di assistenzialismo toccata e fuga.

Un con essenziale, che può fare la differenza ed essere realmente lo stile delle nostre comunità. Uno stile da coltivare con la vicinanza e il calore, con uno stare fianco a fianco in amicizia e fiducia reciproca per cercare insieme prospettive di vita. Uno stile che ho riconosciuto nella testimonianza di don Dante e che mi ha colpito quando, in riferimento al Vangelo dell’Ascensione, ha affermato che il Regno di Dio è già qui, e tocca a noi, a me e a te, allargare le braccia, il cuore e i nostri orizzonti per fare qui, e ora, la nostra parte.

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