L’inizio di una vita di uomo sulla terra: è proprio per questa sua estrema semplicità che il messaggio del Natale è così universale. È alla portata di tutti, eppure è annuncio di un mistero grande, che si manifesta però nella vita ordinaria di quel figlio d’uomo. Se questo è il fondamento della festa, la gioia che la abita non può essere “esclusiva”: è gioia per l’intera umanità destinataria dell’amore di Dio. Se in Gesù il Creatore si è fatto creatura, è perché l’uomo potesse diventare il Figlio stesso di Dio. È il “mirabile scambio” con cui i padri dei primi secoli cercavano di spiegare ai loro contemporanei l’evento che aveva non tanto cambiato il corso della storia, quanto ridato alla storia il suo senso.
Ecco la radiosa speranza che i cristiani dovrebbero ancora oggi annunciare agli uomini e alle donne in mezzo ai quali vivono, così assetati di senso, così desiderosi di speranza, così abitati da un’attesa più grande del loro stesso cuore. Per i cristiani si tratta di stare in mezzo agli altri con la stessa gioia con cui Dio è venuto in mezzo a noi nel Figlio, l’Emmanuele, il Dio-con-noi che non può e non deve mai diventare Dio-contro-gli-altri.
Allora il Natale non finirà bruciato nel consumarsi di poche ore e di molti beni, ma si dilaterà moltiplicandosi nel vissuto quotidiano: sarà il pegno di una vita più umana, abitata da relazioni autentiche, una vita capace di esprimere in gesti e parole la bellezza e la luce. Echi di quella luce che brillò nella notte di Betlemme e che deve brillare ancora oggi in ogni luogo avvolto dalle tenebre del dolore e del non-senso. Davvero, la gioia del Natale è un invito all’umana speranza, e questa speranza è offerta a tutti, nessuno escluso. (www.monasterodibose.it/Leggere la Bibbia)
Buon Natale!
Dai vostri Sacerdoti assieme alle Cooperatrici pastorali, Religiosi e Religiose della Collaborazione Pastorale di Mogliano Veneto.